Napoli di notte

22.12.2015 17:39

Alle quattro del mattino Napoli è infinita ed inespressa potenzialità. Tutto tace e tutto stride, sotto uno strato di calma apparente ed un altro di tensione ugualmente palpabile.  Il caldo opprimente di una notte di estate inoltrata rende affannoso il respiro. Ti si appiccica addosso una coltre unta che sulle prime confonderesti con l’umidità, ma che piuttosto è il secreto prodotto da ciò che rimane di urla di aiuto a cui nessuno ha dato ascolto, del fango riversato sulle coscienze di improvvisati interpreti di speranze lasciate lì a disperare, l’olio sporco, vecchio e sudicio che si incrosta sulla padella al termine di una cena che poteva sfamare molti, ma a cui hanno banchettato in pochi, sempre gli stessi, divorando ugualmente tutto per poi togliere il disturbo senza benché minimamente preoccuparsi di pulire la cucina. Quel deserto per le strade non convince, la minaccia è forse dietro l’angolo e poco importa se dietro l’angolo non ci sia nessuno, perché è il sospetto stesso a materializzarsi in carne ed ossa dinanzi agli occhi di chi lo contempla.

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